«Cari cittadini svizzeri, non firmate quel trattato con l’Unione Europea.» Parte 5

Der italienische Autor Gianfranco Costantini rät der Schweiz eindringlich, das Vertragspaket Schweiz-EU zu verwerfen. Nicht einfach so. Wie übergriffig die EU ist, erlebt Costantini gleich mehrfach: als Staatsbürger des EU-Mitglieds Italien, als Vater einer fünfköpfigen Familie, als Konsument und – last but not least – als italienischer Kleinunternehmer.

Exklusiv für SICHTWEISENSCHWEIZ.CH richtet sich Gianfranco Costantini in einem offenen Brief in sechs Teilen an die Schweizerinnen und Schweizer, insbesondere an die Kleinunternehmerinnen und -unternehmer.

Auf Wunsch des Autors veröffentlicht SICHTWEISENSCHWEIZ.CH den sechsteiligen Artikel auf Italienisch (bitte bei Bedarf einen der gängigen Übersetzungsdienste nutzen).


Quinta parte


Care colleghe, cari colleghi delle piccole imprese e del popolo sovrano in Svizzera, …

il cambio di paradigma economico avvenuto negli anni settanta nel centro dell’Impero angloamericano, non poteva far altro che causare un adeguamento lento ma costante, da parte delle colonie europee, così nei trattati stipulati dagli anni ottanta in poi, si cristallizza questo nuovo modello.

I due sistemi però, pur avendo molti aspetti in comune, primo tra tutti, il predominio del capitale su politica e lavoro, hanno alcune differenze sostanziali.

Negli Stati Uniti ad esempio, nei periodi di massimo sviluppo economico, si arriva alla piena occupazione dei lavoratori, mentre nei periodi negativi si licenzia e ciclicamente queste dinamiche si ripetono nel tempo. In Europa invece, si è andati oltre il neoliberismo perché si persegue l’alta disoccupazione strutturale e anche nei periodi di massimo sviluppo, raramente si scende sotto il 10%.

Questa impostazione sistemica inserita nei trattati, si poneva in antitesi al modello social democratico e al patto sociale che lo caratterizzava ed è servita per avvantaggiare alcune classi sociali a scapito di altre.


Così con una disoccupazione sostenuta si è abbassato il costo del lavoro e si è mantenuta bassa l’inflazione che ha avvantaggiato principalmente i profitti e le rendite.


Così, con queste premesse, il primo novembre 1993 a Maastricht nei Paesi Bassi nasceva l’Unione Europea.

Tralascio volutamente la descrizione delle tappe e l’organigramma che ha generato perché chiunque può consultare il sito ufficiale e avere notizie di prima mano, mi focalizzo solo su alcuni aspetti che ritengo fondamentali per comprendere la natura eversiva e classista del progetto unionista.

Per cominciare però, dobbiamo ricordare che gli interessi in campo erano molteplici, alcuni di questi sono facilmente individuabili, altri sono abilmente nascosti nelle norme e nei regolamenti (volutamente scritti in un linguaggio criptico).

L’Unione Europea è un progetto rivoluzionario, portato avanti materialmente da una strana categoria di politici, chiamati «tecnici» o «tecnocrati». Questi strani personaggi, principalmente funzionari intelligentissimi, scaltri e spregiudicati, usciti fuori dai vertici degli apparati pubblici e a volte privati, hanno prima negoziato i trattati e poi diretto con ruoli apicali le istituzioni europee.

Cresciuti politicamente al riparo dal processo democratico, senza alcun mandato elettorale verso le popolazioni che «rappresentavano» , come grandi sacerdoti, hanno guidato per conto del capitale tutte le fasi dell’unificazione, creando gradualmente norme che hanno stravolto le architetture democratiche degli Stati membri.

In un rapporto di totale commistione tra interessi privati e pubblici, «tecnopolitici», sono stati impiegati dal grande capitale secondo le necessità del momento, così attraverso un sistema di porte girevoli, sono stati utilizzati con estrema disinvoltura nei ruoli istituzionali europei o come top manager nei principali gruppi finanziari e industriali multinazionali privati.

Questa strana categoria di politici, sempre presenti nei principali forum privati internazionali come il Word Economic Forum, la Commissione Trilaterale, ecc. ogni qualvolta rientrano nominati in ruoli istituzionali, portano in dote le agende politiche degli stessi consessi che li dirigono. Per approfondimenti : Mario Draghi, «il missionario»


Il risultato è che politici non eletti «al riparo dal processo democratico», non sono responsabili verso i popoli che rappresentano ma verso le entità sovranazionali per cui lavorano.


A mio avviso, nell’Unione Europea si è creata una situazione paragonabile in parte a quella dell’Unione Sovietica degli anni settanta/ottanta perché entrambe le Unioni hanno generato sistemi economici insostenibili o disfunzionali che nel tempo hanno formato classi dirigenti inadeguate, metaforicamente «fuori dal mondo».

Distaccatesi totalmente dalla realtà, queste due Unioni inefficienti, in epoche diverse, hanno avuto la stessa necessità di espandersi, creare un nemico oltre confine e quando questo non è bastato più, sottomettere le masse popolari, diventate nel tempo potenziali nemiche da controllare, sfruttare e reprimere con ogni mezzo.

Per l’Unione Sovietica il risultato è stato che a un certo punto della storia, le contraddizioni sono diventate insostenibili e sono emerse drammaticamente, facendo deflagrare il sistema, così penso che succederà all’Unione Europea perché vedo un modello che con l’espansione dei propri confini e la ricerca del nemico esterno da combattere (in passato gli Islamici, adesso i Russi, presto i cinesi…), cerca disperatamente di occultare il proprio fallimento.

Gianfranco Costantini


Fine quinta parte


Gianfranco Costantini ha scritto una serie di sei articoli sull’Unione Europea.
Consiglio: Leggete l’intera serie di articoli su SICHTWEISENSCHWEIZ.CH.

Gianfranco Costantini hat zur Europäischen Union eine Serie mit sechs Artikeln verfasst.
Empfehlung: Lesen Sie die ganze Artikelserie auf SICHTWEISENSCHWEIZ.CH.


Ritratto di Gianfranco Costantini
Gianfranco Costantini, 47 anni, dal 1997 gestisce insieme alla sua famiglia alcuni negozi di articoli per la casa ed il regalo. Fondata dai suoi genitori nel 1959 a Montesilvano, sulla costa adriatica dell’Abruzzo (Italia centrale), la piccola impresa ha attraversato diverse fasi storiche nei suoi 66 anni di esistenza, che hanno fortemente influenzato il suo sviluppo. Dal 2008 Gianfranco Costantini si forma continuamente in economia, finanza, storia e geopolitica. Sulla base dei risultati del suo lavoro di ricerca e delle sue esperienze come padre di famiglia, cittadino, consumatore e piccolo imprenditore, Gianfranco Costantini pubblica regolarmente in Italia articoli su media specializzati regionali e nazionali che analizzano e approfondiscono aspetti economici, politici e sociali in Italia e in Europa.


Pubblicazioni (selezione)

Gianfranco Costantini: Dai fiori alla miseria. Il declino del Sud, il declino dell’Italia, il declino dell’Europa; come, quando ma soprattutto perché. Il Grande Sorpasso. Periodico politico – culturale. 7 maggio 2018.

Gianfranco Costantini: Vietato Sapere! L’Unione Europea istituisce il “Ministero Della Verità”. Il Grande Sorpasso. Periodico politico – culturale. 24 Gennaio 2024.

Gianfranco Costantini: Lenzuolate. Riforma del Commercio. Appello al Popolo. 18 Aprile 2024.

Gianfranco Costantini : L’Autismo Della Rete – Quando l’intelligenza artificiale si trasforma in deficienza naturale. Appello al Popolo. 19 Giugno 2024


Crediti fotografici: Il Foglio

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