«Cari cittadini svizzeri, non firmate quel trattato con l’Unione Europea.» Parte 3

Der italienische Autor Gianfranco Costantini rät der Schweiz eindringlich, das Vertragspaket Schweiz-EU zu verwerfen. Nicht einfach so. Wie übergriffig die EU ist, erlebt Costantini gleich mehrfach: als Staatsbürger des EU-Mitglieds Italien, als Vater einer fünfköpfigen Familie, als Konsument und – last but not least – als italienischer Kleinunternehmer.

Exklusiv für SICHTWEISENSCHWEIZ.CH richtet sich Gianfranco Costantini in einem offenen Brief in sechs Teilen an die Schweizerinnen und Schweizer, insbesondere an die Kleinunternehmerinnen und -unternehmer.

Auf Wunsch des Autors veröffentlicht SICHTWEISENSCHWEIZ.CH den sechsteiligen Artikel auf Italienisch (bitte bei Bedarf einen der gängigen Übersetzungsdienste nutzen).


Terza parte


Care colleghe, cari colleghi delle piccole imprese e del popolo sovrano in Svizzera, …

nel dopoguerra era cambiato il paradigma economico, c’erano stati gli accordi di Jalta per la spartizione del mondo in zone di influenza geopolitica, gli accordi di Bretton Woods per stabilire le regole economiche internazionali tra i principali paesi industrializzati e ovunque per limitare la speculazione finanziaria, le banche d’affari erano state separate da quelle commerciali.

Una nuova fase della globalizzazione si stava imponendo, agevolata e diretta dagli Stati che con interventi in opere pubbliche, sostenevano l’espansione economica. In Europa, questa nuova fase del capitalismo fu amplificata dalle grandi nazionalizzazioni, e dall’adozione di uno strumento realmente cooperativo, come l’Unione Europea Dei Pagamenti che tra il 1950 e il 1958 lanciò il continente verso uno sviluppo industriale senza precedenti, rendendo possibile la compensazione e l’aggiustamento delle bilance dei pagamenti tra i paesi aderenti, evitando gli squilibri di produzione.

Nel corso dell’ottocento, il sistema economico liberale aveva mostrato tutti i suoi limiti perché alimentava la concentrazione dei capitali, attraverso un’architettura finanziaria che fagocitava l’industria e distruggeva i salari. Questo avveniva perché con l’avanzamento tecnologico nella produzione, aumentava la produttività del lavoro (si producevano più merci con meno lavoro) ma le maggiori ricchezze che generavano maggiori guadagni, non venivano trasferiti nei salari, necessari per acquistare le crescenti produzioni ma attraverso il sistema bancario, venivano indirizzati verso le rendite finanziarie.

Questa incapacità strutturale di distribuire ricchezza alle fasce popolari che alimentavano i consumi ha fatto crollare la produzione, facendo collassare il sistema economico americano e parzialmente quello europeo.

«I primi Trattati Europei riflettono la necessità di salvare il capitalismo.»

Gianfranco Costantini

I crolli finanziari e industriali, hanno generato la grande depressione del 29 e le tensioni sociali e politiche, che hanno condotto ai due conflitti mondiali del novecento.

Nel dopoguerra, (ma già dagli anni trenta si era iniziato con le varie leggi bancarie negli Usa e in Europa) per restituire una legittimazione al sistema capitalistico, ancora posseduto da una classe sociale oligarchica e salvarlo dalle istanze popolari avanzate dai partiti comunisti e socialisti, il sistema industriale è stato sganciato dal giogo della finanza e con la regia degli Stati, le imprese pubbliche e private, sono state incentivate a rilanciare la produzione attraverso la spesa pubblica.

Proprio perché stipulati in quegli anni, i primi Trattati Europei riflettono la necessità di salvare il capitalismo, rendendo l’industria indipendente dal sistema bancario. Gli Stati iniziarono ad attuare politiche keynesiane, che prevedevano di aumentare le spese pubbliche nei periodi di crisi economica, così da stimolare le domande di beni e servizi nei cicli economici negativi.

Fino alla crisi dei rendimenti degli anni settanta, si sono avuti trattati e politiche più rispondenti alle necessità delle masse popolari e in un trentennio di sviluppo complessivo, i trattati hanno disciplinato ambiti molto circoscritti, per questo motivo, anche se nascondevano norme fondamentali per la futura demolizione controllata degli Stati, in molti ambiti hanno agevolato lo sviluppo economico.

Gianfranco Costantini


Fine terza parte


Gianfranco Costantini ha scritto una serie di sei articoli sull’Unione Europea.
Consiglio: Leggete l’intera serie di articoli su SICHTWEISENSCHWEIZ.CH.

Gianfranco Costantini hat zur Europäischen Union eine Serie mit sechs Artikeln verfasst.
Empfehlung: Lesen Sie die ganze Artikelserie auf SICHTWEISENSCHWEIZ.CH.


Ritratto di Gianfranco Costantini
Gianfranco Costantini, 47 anni, dal 1997 gestisce insieme alla sua famiglia alcuni negozi di articoli per la casa ed il regalo. Fondata dai suoi genitori nel 1959 a Montesilvano, sulla costa adriatica dell’Abruzzo (Italia centrale), la piccola impresa ha attraversato diverse fasi storiche nei suoi 66 anni di esistenza, che hanno fortemente influenzato il suo sviluppo. Dal 2008 Gianfranco Costantini si forma continuamente in economia, finanza, storia e geopolitica. Sulla base dei risultati del suo lavoro di ricerca e delle sue esperienze come padre di famiglia, cittadino, consumatore e piccolo imprenditore, Gianfranco Costantini pubblica regolarmente in Italia articoli su media specializzati regionali e nazionali che analizzano e approfondiscono aspetti economici, politici e sociali in Italia e in Europa.


Pubblicazioni (selezione)

Gianfranco Costantini: Dai fiori alla miseria. Il declino del Sud, il declino dell’Italia, il declino dell’Europa; come, quando ma soprattutto perché. Il Grande Sorpasso. Periodico politico – culturale. 7 maggio 2018.

Gianfranco Costantini: Vietato Sapere! L’Unione Europea istituisce il “Ministero Della Verità”. Il Grande Sorpasso. Periodico politico – culturale. 24 Gennaio 2024.

Gianfranco Costantini: Lenzuolate. Riforma del Commercio. Appello al Popolo. 18 Aprile 2024.

Gianfranco Costantini : L’Autismo Della Rete – Quando l’intelligenza artificiale si trasforma in deficienza naturale. Appello al Popolo. 19 Giugno 2024


Crediti fotografici: Creative Commons

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